domenica 12 giugno 2022

La voce della luna nel rumore della guerra

Sono giorni rumorosi i nostri. E' un po' che il cielo sopra casa mia è percorso da pesanti aerei che vanno avanti e indietro. Sono grossi elefanti grigi che nascondono nel loro ventre chissà quali stratagemmi mortali. Il suono, che parte da lontano, sembra risucchiare l'aria per aprirsi un varco. Quindi il rombo si fa costante per poi ammutolire all'orizzonte. Altre volte sfrecciano veloci e snelli, trasportando forse capi di stato o ambasciatori. Sono cieli rumorosi i cieli di questi giorni. Ma, per sentire la voce della luna, imperturbabile e indifferente al traffico aereo, per capire le voci di un altro mondo serve il silenzio. Questo è il suggerimento che conclude La voce della luna di Federico Fellini. 
Nel nostro tempo di guerra sembra non esserci spazio per la poesia, per le voci che traboccano dai pozzi per riversarsi nella realtà. Voci che i "lunatici" odono al di là del rumoreggiare del mondo. Quelli che definiamo genericamente "malati", a cui per pudore intellettuale assegniamo ogni sorta di appellativi, sono i custodi della poesia, i profeti, gli strumenti con cui il mondo misterioso della nostra anima o della nostra psiche intona la sua musica. Sono voci che non devono essere "capite", ma semplicemente ascoltate. 
E' una follia desiderare che le armi tacciano affinché la luna torni a parlare?