Qualche domenica fa ero a Roma, con la mia Brompton, in direzione Campo de' Fiori. Invece di seguire via Arenula che da Largo Argentina arriva all'altezza di via dei Giubbonari, ho deviato per una piccola e solitaria strada: via dei Barbieri. Sulla destra mi sono attardata di fronte a un deposito bagagli, domandandomi se la mia bici potesse entrare negli armadi a pagamento. Una di quelle idee tanto inutili nell'intenzione quanto strumentali al destino che si compie.
Proseguo. Subito dopo il luggage storage, mi volto a sinistra e una porta a vetri incastonata nel muro pesante di uno storico edificio lascia intravedere una scala e libri ovunque. "Ora entro!" mi sono detta. Ma ho proseguito perché non era il momento. Buio. La memoria di quel luogo delizioso è stata inghiottita dalle solite frasi che si dicono in queste circostanze, "Ci tornerò", e dalle incombenze della vita quotidiana. Fino a quando martedì scorso non mi è arrivata una newsletter dell'editore Mediterranee nella quale si annunciava la presentazione del libro di Paola Giovetti, uscito quest'estate e che ancora avevo sul comodino, Carl Gustav Jung. Il grande sciamano. Una biografia, presso la libreria Spazio Sette di via dei Barbieri 7. Non potevo di certo mancare.