mercoledì 15 aprile 2020

Trentasettesimo giorno

Scrive Joseph Campbell nel suo libro L'eroe dai mille volti:
"Né sarebbe esagerato affermare che le inesauribili energie del cosmo si manifestano nella cultura umana proprio attraverso il mito. Le religioni, le filosofie, le arti, le forme sociali dell'uomo primitivo e storico, le scoperte scientifiche e tecniche, gli stessi sogni che popolano il sonno, scaturiscono indistintamente dalla fonte magica del mito. [...] i simboli della mitologia non si fabbricano, non si possono inventare, controllare, o abolire per sempre: sono produzioni spontanee della psiche e ciascuno ne conserva intatto il potere germinativo. Qual è il segreto di queste immagini eterne? Da quali abissi della mente umana scaturiscono? Perché le mitologie sono ovunque le stesse, anche se rivestite di forme diverse? E che cosa ci insegnano? [...] La mitologia e il rito hanno sempre avuto la fondamentale funzione di fornire i simboli che aiutano il progresso dello spirito umano, da contrapporre a quelle altre immagini costanti che tendono ad arrestarlo. [...] Solo la nascita può vincere la morte - la nascita di qualcosa di nuovo. Per poter sopravvivere, deve verificarsi nell'anima, nel corpo sociale, una nascita continua (palingenesi) che annulli l'incessante opera della morte. Senza questa costante rigenerazione, le nostre vittorie non saranno che strumenti della Nemesi: la nostra virtù reca in seno la nostra condanna" (ed. Lindau, 2012, dal "Prologo").
Raccontare "di nuovo" il mito, e il rito in esso custodito, significa liberare energie primordiali. Significa scegliere, invece delle immagini statiche di un mondo preconfezionato per essere consumato e poi gettato via, l'immagine della vita che si ricrea.