martedì 17 marzo 2020

Ottavo giorno

Per dei normali cittadini, per me che conduco una vita anonima rispetto ai potenti della terra non è possibile sopportare, senza cadere nello sconforto o al contrario senza trasformarmi in un manichino di plastica, tutte le notizie che si rovesciano sul tetto di casa come una tempesta. E' troppo ghiotto per l'informazione il consenso del popolo, dai giornali passando per i Tg della "grande distribuzione" fino ad arrivare ai canali su YouTube e a toccare i cronisti "fai da te". La questione è interessante, perché il vero scopo non sono neppure i soldi, ma la gloria.
Funziona così. Viene pubblicato un articolo su un giornale più o meno indipendente, diciamo un giornale tendenzialmente fuori dal coro. L'articolo si basa su un certo fatto, per esempio l'uso di piccioni viaggiatori al tempo della pandemia, che "tutti possono verificare online" dice lo stesso autore (come se lo strumento filologico per analizzare l'attendibilità di una fonte sia semplice come un'addizione). Ebbene, un canale YouTube che propone informazione indipendente (ma l'informazione non è mai indipendente perché la stessa scelta di una scaletta di argomenti è già una soggettiva) invita il giornalista in questione a parlare del suo articolo. La catena è questa: informazioni reperite online che rimandano a un fatto realmente accaduto si uniscono alle competenze del giornalista e nasce il pezzo; al pezzo si aggiungono le domande dello YouTuber; alle domande si sommano i commenti e le ulteriori spiegazioni dell'intervistato. Insomma, intorno ai piccioni viaggiatori al tempo della pandemia si genera una nebbia fitta di parole e di ipotesi, e tu uomo o donna qualunque ti chiedi: "Ma a cosa serve davvero l'informazione se il risultato è sempre e solo il dubbio e la sensazione che ogni cosa sia profondamente marcia?"
"Ma i dubbi sono la materia prima della consapevolezza" dice il filosofo e io per un po' gli do anche ragione: "Eh, sì, in effetti il dubbio..."
Mi chiedo però cosa sia davvero una notizia. Un ragionamento più o meno valido, una supposizione o un fatto? L'informazione ha appunto il compito di aiutare a capire con testimonianze e documenti a cui gli utenti comuni non hanno accesso o che non sanno decodificare. Se posso andarmi a reperire da sola dei dati su Internet, allora i giornali non servono e la mia consapevolezza arriverà fin dove può portarmi il mio senso critico.