giovedì 12 marzo 2020

Terzo giorno

Quale diario è quello che racconta un viaggio all'interno delle mura domestiche? Eppure Emily Dickinson pur trascorrendo gran parte della sua vita in casa, da autoreclusa, scrisse poesie così ariose che si potrebbero confondere con quelle di un'esploratrice del mondo. Ma in fondo lo era, perché la sua immaginazione travalicava le pareti tra cui forse si nascondeva.
Ecco come la facoltà immaginativa può farci uscire di casa, passeggiare tra la gente, assaporare la primavera, andare al cinema e al teatro, volare in paesi esotici, in luoghi incontaminati o in affollate metropoli, respirare l'aria limpida e fresca a pieni polmoni e anche, perché no, starnutire e tossire in tutta libertà.
Immaginare è spostare l'attenzione da ciò che ho intorno, dai suoni che mi invadono, dagli eventi che si susseguono senza tregua, dalle notizie che mi sovrastano come per soffocarmi, verso un punto chissà dove in cui può apparire qualche cosa di nuovo e inaspettato; proprio come Emily Dickinson è sbucata all'improvviso da qualche angolo della mia testa appena ho iniziato a scrivere. Quando questo accade, e scopro un pensiero o un'apparenza inattesa, mi meraviglio e riesco anche a sentirmi felice, nonostante tutto.
Buonanotte, Emily. Ovunque tu sia.